Storia della Parrocchia




Scarica storia in pdf                                                                                                                            Per sapere di più sul rione Testaccio


La chiesa di S. Maria Liberatrice fu costruita su un terreno appositamente acquistato dalla Santa Sede durante il pontificato di Leone XIII (1878-1903) per erigervi un grande edificio di culto, del quale peraltro erano già state gettate le fondamenta da parte dei benedettini di S. Anselmo. Nel 1904 Pio X volle riprendere il progetto e l'anno successivo furono incaricati di soprintendere ai lavori i salesiani di Don Bosco (che avevano già un insediamento religioso e scolastico nel rione Testaccio) e le oblate di Tor dè Specchi, benedettine di S. Francesca Romana. Quest'ultime in particolare avevano visto demolire nel 1902 la loro chiesa situata nel Foro Romano, anch'essa denominata "S. Maria Liberatrice", per porre in luce i sottostanti resti della basilica paleocristiana di "S.Maria Antiqua": per questo motivo ne trasferirono il culto e la memoria nel titolo della nuova chiesa a Testaccio, per la cui costruzione contribuirono versando l'indennizzo governativo percepito per la demolizione della chiesa. Le numerose opere d'arte che ornavano la chiesa antica furono trasferite nel convento di Tor de’ Specchi, mentre la venerata immagine del XVI secolo raffigurante la "Madonna con il Bambino" (nella foto 1), incoronata il 4 agosto 1653, fu trasferita nella nuova chiesa e situata sull'altare maggiore, inquadrata da un bellissimo baldacchino realizzato in marmo rosso e sorretto da quattro colonne di granito rosa con i simboli degli evangelisti sui capitelli. La chiesa sorge sull'omonima piazza S. Maria Liberatrice, denominazione che assunse proprio dopo la costruzione della chiesa, sostituendo l'originaria di "piazza dell'Industria", assegnatole il 25 maggio 1886 allorché il Consiglio Comunale decise la toponomastica del rione. La chiesa, realizzata in laterizio e travertino, fu eretta in forme romaniche dall'architetto torinese Mario Ceradini: la facciata (nella foto 2) si presenta con tre portali ad arco a tutto sesto con ghiere in travertino. Quello centrale, con cornici di marmo caristio, è ornato superiormente da due grandi tondi di prezioso marmo detto "africano", da una finestra polifora e dai mosaici che sovrastano gli stemmi di Pio X, della Congregazione Salesiana a sinistra, e delle oblate di Tor de’ Specchi a destra. Il mosaico superiore rappresenta la "Crocifissione", con il Cristo vestito e ad occhi aperti, osservato da "Maddalena" a sinistra e da "S. Giovanni" a destra, mentre alle spalle si possono notare due soldati, uno con la spugna e l'altro con la lancia. Il mosaico inferiore, caduto e distruttosi nel 1924, fu ripristinato l'anno successivo e rappresenta, fra le palme ed i fiumi simbolici, la Madonna fra i Ss. Pietro, Paolo, Quirico e Giulitta, il papa Zaccaria a sinistra e Teodoto", che eresse S.Maria Antiqua, a destra: questi ultimi due presentano il nimbo quadrato destinato alle persone viventi. L'interno, suddiviso in tre navate da colonne sostenenti capitelli con i simboli degli evangelisti, presenta la fascia centrale del pavimento ornata da un mosaico in bianco  nero con frammenti di marmi policromi e con la raffigurazione di elementi geometrici e, in riquadri, dei simboli zodiacali. Tra il 1956 ed il 1964 Luciano Bartoli realizzò sia l'affresco absidale, nel quale sono raffigurati la "Trinità" e "l'Incarnazione" e, in basso, le opere di misericordia, sia le vetrate policrome sulla facciata (nella foto 3, "Episodi della vita della Vergine") e nelle navate (figure di santi).