Lo Spedale della Provvidenza nasce dall'incontro tra la Confraternita di San Jacopo di Compostella e le Figlie della Divina Provvidenza, che hanno risposto con un generoso “sì”, alla proposta di dare ospitalità ai pellegrini a piedi, avendovi visto un’occasione inattesa di esprimere il loro carisma di accoglienza.

Le Figlie della Divina Provvidenza sono chiamate ad essere “segno” della tenerezza di Dio che si china su ogni creatura con amore di Padre; una Congregazione religiosa che si fa “provvidenza” nella vita di preghiera e di comunione fraterna, nel quotidiano servizio apostolico che predilige il campo educativo-scolastico, ma raggiunge gli anziani, le famiglie, gli ultimi di ogni colore e di ogni paese: ovunque testimoni di speranza nel sereno, fiducioso abbandono alla Divina Provvidenza.

La storia delle Figlie della Divina Provvidenza procede fin dall'inizio attraverso incontri provvidenziali. Nel 1832 la fondatrice allora diciottenne, Madre Elena Bettini, si riparò nella chiesa di S. Carlo ai Catinari a causa di un diluvio improvviso, e vi incontrò Padre Manini, al quale confessò il suo vivo desiderio di consacrarsi per dedicarsi ai giovani e i poveri. A Padre Manini parve un miracolo incontrare colei che avrebbe dato forza ed energia al suo progetto, quello di una scuola per i poveri, che prese vita quello stesso anno nel centro di Roma, in Via de’ Falegnami. La scuola accolse, aiutò ed educò bambine povere nel corso di lunghi anni nonostante le grandi difficoltà concrete. Ma Madre Elena e le sue Figlie, sostenute dalla provvidenza, le superarono, tanto che la stessa missione di carità, istuzione ed evangelizzazione, poté via via manifestarsi anche in luoghi difficili quali Zagarolo, Grottaferrata e Olevano.

La casa di Via Galvani in Testaccio, che oggi accoglie lo Spedale, segnò il passaggio attraverso uno dei momenti dei più duri, quello del 1887, quando il piano regolatore decretò lo sgombero e la demolizione della storica casa e scuola di Via de’Falegnami, dopo oltre mezzo secolo di attività, per far posto alla nascente Via Arenula.
Madre Elena ottenne un terreno nel quartiere sorto intorno al monte Testaccio, quartiere povero e ribelle che viveva della concia delle pelli della macellazione della carne del vicino mattatoio e del traffico portuale sul vicino Tevere. Molte congregazioni religiose ne erano state allontanate, per le Figlie di Madre Elena si trattava di una missione particolarmente impegnativa.
La casa fu costruita con il sostegno di benefattori, la prima pietra fu posata nell'Aprile 1887 e la costruzione terminò nel Gennaio 1888. La casa offrì anche al quartiere la prima parrocchia, e a seguire un sostegno sempre maggiore: dapprima la scuola per i poveri; poi una casa di assistenza per le lattanti; e presto anche la “cucina economica”, locale che offriva ottimi pasti a poco prezzo o gratis per i più poveri. La scommessa, quella di portare una missione di carità ed evangelizzazione all'interno di un quartiere così difficile e ostile, era vinta, e a fermarla non bastò un grave incidente, causato nel 1891 dall'esplosione della vicina polveriera di Porta Portese, che distrusse l’ultimo piano della Casa causando gravi danni, casa che fu poi restaurata nel giro di un anno.

Oggi le Figlie della Divina Provvidenza sono sempre lì, nel quartiere testaccio, che nel frattempo ha mutato la propria fisionomia, ma conserva tuttora i segni ed il fascino della propria storia. Rimangono nella stessa casa dove mantengono una scuola per i ragazzi della zona, e dove ospitano i pellegrini a piedi che, dopo lungo peregrinare, giungono a Roma da ogni parte d’Italia e d’Europa.